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Il termine inglese ‘’Filler’’ sta per “riempitivo”. Si tratta di una sostanza che viene iniettata nel derma o nel tessuto sottocutaneo con lo scopo di correggere inestetismi tipici dell’invecchiamento come ad esempio le rughe, ma è un piccolo intervento ideale anche per aumentare i volumi di alcune aree del volto che, con il tempo, possono risultare svuotate.
Quando la pelle invecchia, gradualmente perde una parte di grasso e collagene, sostanze che impediscono alla cute di ammorbidirsi e diventare cadente. L’effetto è una pelle più sottile, sulla quale iniziano a comparire le prime fastidiose rughe o grinze. Nel processo di invecchiamento della pelle vanno considerate componenti di tipo genetico, ma anche ambientale e comportamentale (fumo, sole, agenti atmosferici, stress), le quali – secondo i recenti studi – influiscono alla stessa maniera al deterioramento della cute.
Il Filler dermico aiuta a restituire alla pelle un aspetto denso e giovanile.
Si definiscono filler tutte le sostanze riempitive indicate per il trattamento di:
• RUGHE del volto (nasogeniene, perilabiali, perioculari, glabellari)
• LABBRA: aumento della definizione e del volume
• ZIGOMI: incremento della proiezione e perfezionamento della forma
• MANDIBOLA e NASO: definizione del profilo (rinofiller)
Negli anni si sono alternate e susseguite moltissime sostanze candidate ad essere il riempitivo (filler) ideale, ma nessuna ha saputo unirvi anche i pregi e le doti dell’acido ialuronico diventato oggi la molecola d’elezione nel trattamento dei volumi del volto.
A seconda delle esigenze del cliente e delle indicazioni medico-estetiche, si possono utilizzare sostanze riassorbibili (a lento o rapido riassorbimento) o non riassorbibili.
Personalmente consiglio i filler riassorbibili poiché causano minore infiammazione della cute, maggiore tollerabilità e una migliore modellabilità del risultato. L’impiego di sostanze riassorbibili consente inoltre, di adattare il trattamento alle varie fasi di invecchiamento delle zone del volto.
La durata nel tempo è stimata fra i 4 e i 7 mesi (molto dipende dalle caratteristiche della pelle), comunque un periodo più che soddisfacente, anche per fare una personale valutazione sull’impatto del trattamento. Anno dopo anno sarà possibile ripetere i trattamenti, modellandoli e adattandoli all’evoluzione dei tessuti stessi.
La procedura è poco invasiva e praticamente indolore.
Ai pazienti particolarmente sensibili, si propone una crema o una soluzione anestetica a base di lidocaina da applicare localmente sull’area da trattare, così da attenuare quella leggera sensazione di fastidio che potrebbe generare la puntura del microago.
Un trattamento assolutamente poco invasivo, ma che comunque è sconsigliato durante la gravidanza e il periodo di allattamento. Inoltre è controindicato in presenza di malattie della pelle, infezione da Herpes in corso, patologie autoimmuni e collagenopatie.